L’Industria 5.0 – o meglio, il Piano “Transizione 5.0” – è destinato a diventare uno snodo chiave nella ripartenza delle imprese italiane. Un credito d’imposta pensato per trasformare stabilimenti energivori in hub sostenibili. Tuttavia, se la dotazione finanziaria iniziale era promettente, l’adesione fin qui resta modesta e il rilancio diventa parola d’ordine.
Quanto “vale” il Piano e dove siamo
Dotazione: per il biennio 2024–2025 sono stati stanziati 6,3 miliardi di euro in fondi PNRR per sostenere investimenti in beni materiali e immateriali collegati a un risparmio energetico minimo tra il 3% (struttura) e il 5% (processo)
Uso delle risorse: secondo dati del MIMIT al 17 marzo 2025, solo 1.930 progetti hanno prenotato circa 573 milioni di euro in crediti, poco meno del 9% del budget complessivo. Questo ritardo ha spinto l’esecutivo a valutare una rimodulazione del finanziamento, con un taglio potenziale fino a 3 miliardi.
Perché risorse rimangono sotto‑utilizzate?
Il meccanismo richiede non solo investimenti in “Industria 4.0” (macchinari interconnessi) ma anche la dimostrazione del risparmio energetico – un requisito tecnico che rallenta alcuni.
Non è una semplice procedura digitale: servono misurazioni, certificazioni, calcoli di risparmio e in molti casi assistenza qualificata.
Novità fresche e il rilancio in corso?
Chiarimenti amministrativi: il GSE e il MIMIT hanno aggiornato le FAQ a 10 aprile 2025, semplificando procedure, in particolare in casi di leasing o macchinari ammortizzati, infatti ad oggi 24 Giugno 2025, fonte Gse, le risorse disponibili sono 5,041 miliardi, delineando così un aumento di interesse verso la misura.
Focus sulla gestione dimensionale: l’Agenzia delle Entrate, con interpello n. 168 del 23 giugno 2025, puntualizza che per il Transizione 5.0 la dimensione aziendale (PMI vs grande impresa) non incide sulla misura dell’agevolazione, ma rimane fondamentale per altri incentivi cumulabili (es. ZES Unica) .
Spinta politica al rilancio: il Sottosegretario Casalino, in dichiarazioni recenti (21 giugno 2025), ribadisce l’intenzione di “rilanciare Transizione 5.0” e il rafforzamento delle reti territoriali per trasferimento tecnologico
Scenari aperti: proroga e rifinanziamento?
Nonostante un certo fermento nelle regioni manifatturiere, non c’è ancora alcuna conferma ufficiale sulla proroga al 2026 del termine ultimo (31 dicembre 2025)
Si discute se estendere la scadenza, aggiungendo risorse nazionali (possibilmente 1 miliardo extra per 4 mesi di coda), ma tutto dipende da un salto nei numeri di prenotazione del credito.
In sintesi: perché conviene fare presto e con strategia
Risorse consistenti ancora disponibili – oltre il 90% – ma con il rischio di riduzione drastica senza un’accelerazione nelle adesioni.
La politica spinge per un rilancio strutturato: semplificazione operativa, centri di trasferimento tecnologico, webinar informativi.
Chi si muove ora – disponendo di progetti energeticamente virtuosi e supporto tecnico qualificato – si posiziona in vantaggio rispetto a chi arriverà all’ultimo minuto.
Perché ne parliamo su sic‑consulenza.it
Perché il Piano Transizione 5.0 non è un semplice bonus: è un’opportunità strategica per riprogettare i processi con efficienza e sostenibilità. Ma per coglierla serve metodo, misurazioni rigorose e – spesso – una consulenza su misura.
Se la tua azienda ha nel cassetto un progetto di digitalizzazione o un investimento in macchinari green, è il momento di:
verificare subito l’idoneità tecnica al risparmio energetico;
preparare la documentazione tecnico‑economica con rigore;
prenotare il credito d’imposta al GSE prima che le risorse vengano rimodulate.
Contattaci per:
- una prima analisi di fattibilità gratuita: stabiliamo insieme se il tuo progetto può accedere al Transizione 5.0;
- supporto nella compilazione telematica, nella redazione delle ricevute ex ante/ex post e nella stesura di relazioni tecniche per calcolo risparmio;
- gestione dell’eventuale cumulo (ZES Unica, altri incentivi) nel rispetto delle regole sulla non sovrapposizione dei costi.
L’occasione è ancora ampia, ma il tempo stringe: prepariamoci insieme per trasformare risorse non spese in valore reale per l’impresa.







